06 ottobre 2007
Il mio lavoro mi piace. L'unità comunicazione e relazioni con l'esterno è vivace e chiassosa, dalle 9 alle 17.30 i comunicativi producono sostanza ma pure grasse risate, aggiustate da tazze di caffè prodotto con una macchina dalla complessità esoterica. Dicono che la mia sia, delle 3, l'unità migliore come possibilità di "darsi da fare". Ela, la mia capo, mi guarda, poi dalla scrivania di fronte mi manda una mail che io leggo dopo 5 secondi. Questo per non perdere tempo e non fermare il lavoro. Questo per dire la mostruosa professionalità di Ela. Comunque: stiamo organizzando, o meglio si sta organizzando *anche grazie al mio apporto* una conferenza / workshop / tavola-rotonda sulle dinamiche sanitarie delle donne appartenenti alle minoranze rom in Europa, che avrà luogo a inizio dicembre a stoccolma. Io sto seguendo i contatti, scrivendo, leggendo e fornendo geniali intuizioni alla prodigiosa Ela, che ora mi chiama per nome, ride, si preoccupa del mio stato di vagabondaggio tra ostelli e insomma stiamo diventando amici (cit.). Sono stanco, queste ultime settimane sono state chiaramente molto faticose e avrei voglia di fermarmi, ma ora non si può e allora ci si dà sotto. Di ironie sui miei diritti fondamentali e sul mio diritto alla casa ne ho sentite già parecchie, ed in effetti fa tutto piuttosto sganasciare, ahr ahr. Ho visto alcune case. Mercoledì un appartamento abitato da 2 ragazze austriache piuttosto algide e funamboliche che hanno deciso di prendersi un'altra ragazza austriaca -ci scommetterei- algida e funambolica. Ieri sono stato sorprendentemente contattato dal moroso di Yuzang, ragazza giapponese a cui avevo mandato una mail dopo aver visto un annuncio su un sito. Arrivo nella zona prater di vienna ed il cielo sopra di me è nero come la pece o come i piedi di Jaak quando pagliacciava scalzo in sud africa. Seguo la mappa piegata in 8 che mi ero stampato in ufficio, finisco di fronte ad una stazione dei treni interna alla città e mi guardo intorno. Alberi spogli, pozzanghere, stracci alle finestre, corvi che gracchiano. Il raccolto sembra gramo. Un cavallo nero scalcia all'orizzonte. Arrivo di fronte a questo edificio bohemien e noto che al piano terra c'è un bar che si chiama BAR TROJA. Porca paletta, penso. Suono il campanello e scende Ahn, moroso di Yuzang. Mi fa cenno di entrare. Salgo le scale, Ahn parla, parla, mi spiega che Yuzang non sa l'inglese ma solo il tedesco, che però la casa è moderna, che il box doccia fa più comodo averlo direttamente in cucina così metti che hai poco tempo puoi far saltare le uova in padella tra il primo ed il secondo shampoo. Il water? Sulle scale, ma la chiave "ce l'abbiamo solo noi" (cit.). Poi mi guarda, sorride e dice: "questa è una zona tranquilla". Non riesco a sentirlo bene perchè in quel momento passa il treno merci che porta l'acciaio proveniente dalla Ruhr. Deglutisco piccato e penso *Tu, Ahn, c'hai la faccia come il culo*. Nomen omen, dunque. Oggi ho visitato casa di Nina, ragazza tedesca portatrice sana di una vaga somiglianza con Moana Pozzi, che affitta camera sua in una casa bellissima tra novembre e gennaio, tre mesi. Se me la concede la prendo, e mi arrangio per il resto di ottobre e per febbraio. Tra parentesi: ho notato -e scusate se non ci avevo fatto caso prima- che le ragazze del centro-est europa hanno dei polpacci veramente importanti, roba che se mettono dei pantaloni a zampa addosso a loro diventano a tubo.
Sono in questo ostello carino e pitturato di viola. Oggi mi sono perso per Vienna ed era un po' quello che volevo. Tutto quassù ha un sapore molto vivo: Vienna sembra chiedere molto, ma questo cercavo.
 
posted by bito at 17:06 |


6 Comments:


At 12:09, Blogger Unknown

polpaccioni giganti? Chissà che almeno anche alcune faentine che conosciamo abbiano sconosciute radici tedesche!

 

At 14:10, Blogger YourGlassMousE

(.ʇıɔ) oooooooo ɐɐɐɐɐɐɐ ɯɯɯɯɯ

¿ "ǝʇuɐssǝɹǝʇuı" o11ǝnb nʇ

ıǝs ǝɥɔ ,ǝ uoN

¿¡¡¿¡¡¿¿ ıʇuɐssǝɹǝʇuı ıʇsod uı

ǝɹdɯǝs ɐɔsıuıɟ nʇ ǝɥɔ

ǝ1ıqıssod ıɐɯ ,ǝ ɐW

 

At 09:44, Anonymous Anonimo

Ieri sera ci siamo sentiti un pò di fretta, perchè non potevo trattenermi oltre al cpu, quindi mi scuso e ti lascio ora il mio messaggio con le mie condoglianze per tua nonna.
"..Che non servono a niente, ovviamente, ma in fondo.. chissà.." (autoCit.)
Spero di vederti presto.
Allarga le spalle, testa alta e stammi bene. F.

 

At 01:02, Blogger YourGlassMousE

Mi associo a franz...
... e aggiungo una cosa:

"una volta chiesi a mia nonna: 'ma tu lo ami ancora il nonno?' e lei rispose si"

Ricordo ancora il momento in cui ho letto qst tue parole.
E' sicuramente un bel momento che convivrà con te, per sempre.

O forse per dirla con parole tue:

"i gesti delle persone ci aiutano a ricordare, a descrivere, rimangono incollati nella nostra testa"

La testa c'è, i gesti pure... il sentimento farà da collante.

Un abbraccio teo, a te e a tutti i tuoi (straordinari) familiari.

Ste

 

At 01:24, Blogger Lorenzo

non ho idea di perchè sia passato a vedere il tuo blog, ma porca puttana ogni volta che ci passo sei in uno stato diverso..
vagabondo!(però non nel senso che non hai voglia di fare)
ciao bito divertisciti, magari ci incontriamo a un concerto
Asky