05 febbraio 2008
dunque tempo fa c'è questa ragazza frangettata e italiana che mi dice "si traduceva tutto, o ci si provava. pure il cocktail, hai presente? polibibita! lo si chiamava polibibita! e il bar era il quisibeve." io penso "ma che c'entra? stavamo parlando di automobili a metano. altro che polibibite." i futuristi con la loro cucina fantasmagorica e i loro schizzi mi sono tornati in mente giusto dieci giorni fa, quando la visitante chiara ha fatto la linguaccia al porcello cromato che sta di fronte a museumsquartier. "ma è un cervo!" mi dice. "no, è un porcello cromato con delle stalagmiti simili a rami che gli crescono sulla schiena" dico io, tracotante. cosa avrà voluto comunicare alla plebe lo strapagato scultore non lo so. ma so che i futuristi, alla quarta polibibita, avrebbero apprezzato l'imago di cotanta modernità sfavillante, il porcello, ave maiale scintillante dalle multiformi propaggini, ave. eppure isto porcello non mi fa venire in mente il polibibitum quanto il porcellum, sistema elettorale italiano su cui vorrei solo dire questo: il buon sartori, politologo, negli anni 90 beverlyhillsiani iniziò a coniare i nomi dei sistemi elettorali latinizzando il nome del creatore e.g. mattarellum, tatarellum, il nato/morto vassallum, e... ma invece di chiamarla calderolum, avendola quest'ultimo definito una porcata (cit.), si è ripiegato sulla latinizzazione del termine porco, con un vezzeggiativo di circostanza, quindi porcellum. quando l'ho detta in ufficio, questa storiella rompighiaccio che può solo funzionare con funzionarie (europee, nordiche, stanche della vita), si è scatenata l'ilarità (esclusivamente mia, e interiore). poi ho pianto, perchè mi chiedono della situazione politica imbarazzante che ci troviamo, e ancora lui, ma ha processi a carico, si ma l'hnn asslt (l'hanno assolto, dico io con la bocca ancora mezza piena di té alla menta), e pazienza, porcellum sia, porco cromato aiutaci tu. poi chiara mi ha detto che vienna è piena di spazio, imponente come invece non è bruxelles, e mentre mangiavamo come porcellos polpette di falafel pensavo con la bocca mezza vuota e la testa leggera èvr, èprpr impnnt. in queste strade terribilmente larghe e piene di dossi, rotaie e semafori che la gente rispetta come da noi si può rispettare solo la memoria del nonno, palazzi maestosi si ergono arroganti come i rami della schiena porcelli (genitivo singolare, 2^ declinazione) sotto un cielo che assiste a uno stato di confusione che la metà basta. a carnevale mi sono travestito da persona interessante e sono andato a una festa portoghese/brasiliana. il carnevale è veramente una festa da abolire, non fosse per le polibibite. per il resto ero in cucina e si parlava di cibo (...), io e le colleghe, e ho assistito a questo dialogo "ashili, quando ci fai assaggiare quel riso che ci dicevi?" risposta "il 7, ma io l'ordino soltanto, mica lo cucino!" e tutte giù a ridere. io, visto che il botta e risposta non faceva ridere manco per il cazzo, data l'ilarità generale DEL TUTTO IMMOTIVATA sono scoppiato in un riso isterico e convulso. ashili, che aveva interpretato la mia richiesta d'aiuto (avevo una polpettina tra faringe e laringe, ma più verso la laringe) come un attestato di stima incondizionata, ha sbattuto gli occhi supersonicamente come possono solo le donne, e se ho ben capito attraverso l'alfabeto morse ha detto ciò: *tu si che capisci l'umorismo femminile*. ho fatto una spesa sana con chiara, pure i pomodorini e l'insalata, e in questa circostanza mentre mi trovavo dietro ad un energumeno alla cassa ho notato che la maggior parte degli austriaci fa la spesa come uno studente fuori sede italiano, comprando birra in lattina, formaggio a fette sottili, carta igienica, birra in lattina, prosciutto a fette sottili, fagioli, birra in lattina, biscotti al cioccolato, detersivo per piatti, birra in lattina, caramelle che frizzano, birra in lattina. però quando dico le due parole di tedesco che so sorridono che sembrano girasoli, così fieri, è che poi mi areno e comincio a parlare in inglese e loro si appassiscono. momento più down, quando la vecchina in cerca di calore umano mi comincia a parlare sul tram, e io la guardo e rido, lei ride, poi arriverebbe il momento di dire qualcosa, e io mi metto le cuffie. sono spiacente, vecchina. però ci sono soprese, persone che vedo tutti i giorni e si rivelano tanto, e lo sappiamo tutti che ci si mette un po', ma io mi sento bene, fa niente che a tango c'è la slutty teacher che è più slutty che teacher, e che per la prima metà della lezione io e lena ridiamo e la seconda litighiamo. le giornate sono più luminose, e dopo un inverno lugubre ogni spiraglio sembra un regalo sfacciato tipo il nintendo 8 bit con la pistola nel natale 1991, che costava 270000 lire ed io mi sentii in colpa per quel regalo sovradimensionato per mesi. ero un bambino complicato. come il fischio pirandelliano sveglia belluca, ogni giorno verso le 3 un omino giusto sotto l'agenzia comincia a suonare il flauto dolce, e a parte la solita lagna di titanic che è un po' un must dei flautisti di ogni nazionalità, questo oggi mi ha suonato anche go west dei pet shop boys e dei village people prima ancora, e mi è scappato un *what da fuck* che ela finalmente ha riso, dio salvi la regina. tifo ghana perchè freddie è ghanese, e con un gruppo multicolore seguiamo le partite di coppa d'africa, bevendo birra e parlando del super tuesday, stanotte, god bless america certamente, ma daje obama daje stringiamoci tutti che jela facciamo.
 
posted by bito at 22:56 | 13 comments