gli scompartimenti sono mondi in cui si entra in pochi per volta. microcosmi che durano finchè non c'è da scendere. non sai mai dove mettere la testa.
apriamo una parentesi descrittiva. c'è stato l'attore di fiction austriaco, un biondo occhialuto con la passione per l'italiano causa morosa di bologna, impegnato ad elencarmi celebrità austriache. io conoscevo solo sfarzenegher (scritto così) e haider, che in questi mesi si è pure rivelato pederasta.
c'è stata anna, che lavora sotto vienna e parla 4 lingue. capelli raccolti e occhiali di chi sa il fatto proprio, una borsa arrogante, una voce confondente, una parlantina stordente, una silhouette divertente. rivelatasi gran russatrice, predilige il cappuccino del treno a quello dei bar di vienna. io non arriverei a tanto, anna.
c'è stata vale (forse valeria, forse valentina, forse valejddsdfndkjnrk) studente fuori sede e fuori tempo massimo, i cui argomenti mi hanno aperto porte della percezione che neppure i doors. i magazine per donne, l'astrologia, il cucito, la vera storia di laura palmer, l'importanza della carriera *ma preservando la femminilità*, il rossetto rosso fuoco.
c'è stato alberto, omonimo argentino dell'insegnante di tango (che è invece peruviano). come l'alberto peruviano, anche questo possedeva una pancia comodamente accomodata sopra la cintura, un accento clamoroso, una vita da emigrato, la barba di due giorni, un passato da ex comunista, i capelli da ex chitarrista (cit.). amore per le città di mare, ricordi e nostalgia canaglia.
c'è stata la mia collega d'università daniela, che per caso ho incontrato sul binario a venezia e mi ha guardato insicura sul "seitu,tunonsei" prima che io sbottassi in un fragoroso *mamma mia*. con lei ore nel vagone ristorante, litri di caffè sapore freno e frizione. zuppa di gulash, poi la neve ad accoglierci nella stazione sudbanhof.
c'è stato emanuele, conosciuto a una festa qua a vienna, e rivisto la sera dopo ad una festa, sempre a vienna. coincidenza pure qua. con lui abbiamo affrontato e sviscerato il delicato argomento *la vita grama di un gatto che non ha più i testicoli*.
ci sono stati i gemelli fottutamente inquietanti. 4 bambini *sputati*, un raro caso di omozigotismo (forse) a mio parere sfacciato, che dall'occhio azzurro e dal colore ceruleo sussurravano una cosa: hollywood. al cinema abbiamo visto decisamente troppi bambini inquietanti. per la loro capacità di sparire e ricomparire dalla parte opposta del vagone, ho anche considerato l'ipotesi che potessero essere fantasmi, e il tutto era fottutamente soprannaturale (cit.).
c'è stata michela, che è addirittura di faenza. la mia incredulità qui si è fatta ingombrante.
e ancora quel fuoco, lo ricordiamo? c'entra niente il treno. cosa diamine ci faceva elyse di adelaide nel deserto marocchino? i rotoloni? chiudiamo la parentesi descrittiva.
poi quella chiamata. e "quanto più profonde sono le radici, tanto più crescono i rami". e se i rami si spezzano, sono **zz*. le radici stanno lì, mentre le settimane scorrono -per usare la dialettica covizziana- galoppanti, fragili, veloci. ascoltavo il solito dylan e fuori pioveva. le parole erano scandite con la voce che tremava, ed erano forti come se le avesse dette mio padre.