
Se ci penso non è solo perchè in ufficio mi riempiono di arance e mi invitano a sbucciarle con le mie manine che poi per tutto il giorno profumano di arance. Fosse per quello, mi sarebbe venuta in mente anche "one more cup of coffee" di Bob Dylan per la quantità indecente di caffè solubile che ormai bevo con l'imbuto o "coffee & TV" dei Blur... ah no quella no perchè non c'ho la TV. Me l'ha detto una tipa dell'università: tu potresti essere scambiato anche per un sudafricano (fino a che non apro bocca, forse), in Sud Africa ci sono tutti gli occhi del mondo -e anche i nasi, e le orecchie. Qua è tutto meraviglioso, le cose, e anche le persone. A guardarlo da fuori, come un dipinto sul muro, questo mondo è splendido. Da comprimere per bene ed infilare tutto in una cartolina, da spedire nello spazio alla ricerca di altre forma di vita. Ma il mondo non rimane fermo, si muove; le persone interagiscono, creano legami, si uniscono e si contrappongono. E allora mi viene in mente una lettera pubblicata su un giornale di questa settimana, un ragazzo di Johannesburg, Jody, scriveva più o meno: *mi sento non-accolto. questo senso di disagio dovrebbe farmi accettare le cose, oppure dovrebbe darmi la forza per provare a cambiarle? la nostra storia ci dice che odio e separazione portano alla disintegrazione sociale. perchè usiamo ancora oggi questi sentimenti come BENZINA per alimentare le nostre azioni e i nostri pensieri?* Non lo so, Jody. Qualche giorno fa ho avuto una discussione con Jaak che dopo miliardi di discorsi mi fa: no, una ragazza black non è good for me. E io gli faccio, perchè? In linea ideale va bene, mi fa, ma per me non è good. Troppe differenze di cultura, etc. Poi aggiunge: è così anche per loro, anche loro non si vogliono mischiare. Vi garantisco che Jaak è molto aperto, ma la storia non si cancella con le elezioni democratiche o con un nuovo inno e una nuova bandiera. Il Van mi ha detto forse la prossima generazione... e poi Bloem è abbastanza conservatrice. Il mio discorso non vuole essere come sono cattivoni e conservatoroni questi bianchi sudafricani: noi europei siamo perfettamente uguali. Però la separazione che facciamo noi è subdola, molto radical chic, e funziona così: ma certo, questi ragazzi africani asiatici latinoamericani sono simpatici, ormai fa anche cool avere la morosa o un amico esotico. Fermi tutti però: questi qua, quelli che frequentiamo, che consideriamo come noi (ma forse forse, poi), sono quelli che economicamente stanno bene. I poveracci suonano il nostro campanello e noi scendiamo per portargli 2 euri, per poi tornare in casa (consiglio un viaggio in bus a bologna alle 8 di mattina di un qualunque giorno lavorativo per capire quanto funziona la nostra integrazione). "Lei è rimasto indietro, il mondo sta cambiando. Non si divide più tra bianchi e neri, ma tra ricchi e poveri" (cit. io sto con gli ippopotami, grazie Bud Spencer). Facciamo razzismo di classe, poco visibile. Quaggiù separazione, differenze, muri... te li sbattono in faccia, sono ESTREMAMENTE VISIBILI. Qua tutto fa più rumore perchè ti capita di sedere in un bar dove i clienti svaccati a prendere il loro caffè o il loro panozzo sono TUTTI bianchi, e i camerieri, i cuochi, le donne delle pulizie sono TUTTI neri. Nelle famose 10 ore all'aeroporto di Cape Town ho notato questo. Non puoi ignorarlo come fai in Italia, o a Faenza, dove chi è "altro" rispetto a te, per esempio un povero, non esiste o è nascosto bene. Ok, potremmo allora tranquillizzarci e dire: viviamo in una società paritaria, dove ognuno ha le stesse opportunità di tirarsi fuori dalla merda e comprarsi, un giorno, la mercedes. Come quei film americani che mi fanno girare le palle perchè c'è lui che è bello e ricco, lei che è bella ma povera, e sono belli, ma sono diversi. E si amano, e sono belli, e si vogliono. E sono belli, ma non funziona, perchè lei è povera, e la vita è diversa se sei ricco, e sei bello. Ma alla fine l'amore trionfa, anche se tu sei ricco e bello, e lei è bella, ma povera. Perchè l'amore trionfa. Ma andiamo, per cortesia. Se lui è bello, e ricco, sicuramente quella che si prenderà sarà bella, e ricca. Mettiamoci qualche eccezione, ma in generale è così. Come sono odiosi quei film americani.... se vuoi puoi, anche se sei sfigato e sei povero, ce la puoi fare, ma devi essere bello. Alla fine, te lo garantiscono i lieti fine, sarai bello e anche ricco, pensa un po', buonismo bastardo. Non è vero che tutti possono. Non è vero quaggiù, non è vero in Italia, e neanche in America. E visto che il mondo si divide tra ricchi e poveri... come potrà mai esserci integrazione se una gran parte dei neri è povera e la stragrande maggioranza dei bianchi è benestante? Mettici anche un differente stile di vita, tradizioni, concezione della vita e della morte... diversi, ok. Ci sarà sempre un NOI e un LORO. Non c'è più l'apartheid, è vero: le persone possono andare in giro dove vogliono e non esiste più il coprifuoco legale. Però i poveri se si ammalano, per esempio che so, di AIDS, devono andare in strutture pubbliche senza soldi e senza medici, e sono destinati a fare ciao con la manina e finire sottoterra in poco tempo. I ricchi prendono il loro X5 e vanno in una clinica privata, dove gli forniranno tutto ciò di cui hanno bisogno. Elsa abita a Johannesburg, ha i muri attorno al giardino alti 3 metri, perchè è pericoloso. Che schifo, ho pensato io, e gli ho chiesto "ma non ti sembra di stare in prigione?" Mi fa questa è Joburg, baby. Ripeto: non è che siamo bravi noi e cattivi loro. Noi i muri non ce li abbiamo perchè i poveri e i disperati sono più distanti, perlomeno qualche centinaio di chilometri e bisogna passare un qualche mare per arrivarci, oppure risolviamo la pratica-povero dando 2 euri e salutando. Qualcosa cambierà, ma non cambierà solo qua, dove il problema è pressante. Il Sud Africa è il mondo intero schiacciato in qualche centinaio di chilometri quadrati, con le sue contraddizioni e le sue bellezze. Tutto è urgente. Dovremo darci una mossa anche noi, intendo il nostro ricco occidente. Spero non ci metteremo a costruire muri alti tre metri per lasciare fuori il pakistano o il senegalese. Forse prima di qualche migliaglia di migliaglia di anni (cit.) ci considereremo uguali, magari ci saranno meno differenze economiche (magari...), ci mischieremo, incominceremo a fare all'amore, fare figli e diventeremo tutti mulatti, così le estetiste di tutto il mondo dovranno chiudere, niente più lampade sorry ormai sono OUT. Spero. Ma sarà dura. Forse aveva ragione Hobbes e l'uomo è fondamentalmente stronzo (homo hominis stronzus, semicit.): creiamo il Leviatano, qualche librone di leggi e facciamo stare ognuno al proprio posto impedendo il compiersi di atroci delitti. Questa è la strada facile, e la stiamo seguendo. Riassumendo: il mondo visto da fuori, col fermo-immagine, è stupendo. What a wonderful world, cantava il grande Louis Armstrong e anche il grande Joey Ramone, entrambi pochi anni prima di andarsene lassù, mannaggia. Dobbiamo ricordarlo. Ma poi facciamo cazzate, ci odiamo, ci escludiamo, spacciamo l'avidità per interesse e la vanità per amore, siamo meglio noi, no voi siete antipatici e siamo meglio noialtri, loro sono sfigati, allora prendo questi qua e li sfrutto, sei povero e non ti voglio, sei alto e biondo e allora sei coglione, non balli la samba e allora vaffanculo. E tutto va a puttane. Scusate i francesismi, erano per rendere. A presto, presto.