
Domenica il Van mi è venuto a prendere da casa e mi ha portato a fare un giro turistico, prima di invitarmi a pranzo a casa sua con la sua famiglia (confermandosi di una gentilezza incredibile). Mi ha mostrato, dall'alto della Naval Hill (una collina usata dagli inglesi come postazione per l'artiglieria navale -si si, proprio navale, ma non ho ben capito il motivo- durante la guerra anglo-boera) una bella vista della città, spiegandomi come le zone sono divise: ancora adesso sono facilmente delimitabili la parte bianca, quella nera e quella coloured, cioè meticcia. Ho visto antilopi e giraffe. Abbiamo parlato un po', facendo paralleli frequenti tra Sud Africa e Italia, in cui è stato due volte. E' innamorato di Assisi.
Mi sono già perso due volte. Ma ora CE L'HO (la mappa).
La prima volta, venerdì, all'interno del campus. E' enorme e non si capisce niente, le facoltà sono vicine agli studentati, i nomi spesso sono solo in afrikaans (la lingua boera, parlata da tutti i bianchi e completamente incomprensibile, un incrocio tra olandese e tedesco) e soprattutto, non avevo una mappa del campus. Ora ce l'ho.
La seconda volta che mi sono perso è stata sabato. Giornata a spasso, volevo vedere un po' di Bloem, e come ogni bravo maschietto italico mi sono subito diretto verso la zona degli stadi, tanto per i musei c'è tempo (autocit.). La segretaria del Van il giorno prima mi aveva portato al Waterfront, una specie di centro commerciale costruito su uno specchio d'acqua, anch'esso nella zona degli stadi, che ricordiamo essere da rugby, cricket, calcio. Insomma: per arrivare a sto Waterfront e a sta zona degli stadi ho perso qualche ora a camminare, Converse del cazzo che non c'avete l'aria nei talloni, scarpe bastarde. A vederle sulle mappe, le città sembrano tutte facili da girare. Ma io la mappa di Bloemfontein non ce l'avevo. Ora ce l'ho.
Prima di arrivare al Waterfront, la mattina, ho conosciuto Ahil (credo), un ragazzo dei milioni che controllano parcheggi e negozi con la pettorina security addosso. Mi ha accompagnato per un pezzo di strada, spiegandomi un po' di storie del posto, mettendomi in guardia dai crooks (delinquenti) che sono ovunque: attento coi soldi, non girare di notte da solo, occhio alle brutte facce. Dopo una serie di *I know* che gli ho sparato addosso tipo TA-TA-TA siamo finiti a parlare, pensa un po', di economia, ma semplicemente perchè qua c'è aria di rinnovamento dovuta -eccomi- ai MONDIALI del 2010. E come un lampo all'improvviso la fatidica domanda *cos’ha detto come si chiama si ma-tra-zi a zidane ma qualcosa tipo la maglietta la levo a tua sorella e speriamo che l’Italia giochi qui nel 2010 si speriamo davvero*. Ahil parlava con fervore e gli vedevi l'entusiasmo negli occhi, si stanno preparando mi dice, ce la metteranno tutta, è un onore essere il primo paese africano ad ospitarne un'edizione. Ci sono tanti Ahil in giro, ragazzi della mia età che lavorano e si danno da fare. Speriamo, come ha detto durante il pranzo di domenica la moglie del Van, ci sia un cambiamento.
E di questo cambiamento ho parlato, mentre ero sulla Naval Hill, sempre col Van. Gli ho chiesto spiegazioni su una lettera che avevo letto su un giornale sudafricano durante quelle nove ore e mezza di attesa a Cape Town: una ragazza scriveva “ok l’integrazione, ma se noi nel campus di Bloem stiamo bene così, con gli studentati separati bianchi-neri, che problema c’è”? Il problema, secondo il Van, è che c’è stata una vittoria alle elezioni studentesche dell’associazione più conservatrice e questo non è buon segno. Ma per parlarvi di queste cose attendo, so ancora troppo poco.
Nel momento in cui scrivo sono le 11.30 di martedì. Ho iniziato a lavorare e sono sistemato nell'ufficio del Van, l'ambiente è ottimo e stimolante. Oggi pomeriggio (forse) avrò la mia password per accedere ad internet dai computer del campus. La student card già me l'hanno fatta e come previsto nella foto c'ho la faccia da coglione. A chi mi diceva: "tanto ci becchiamo su msn!" oppure "le puntate di lost te le uploado e te le sGariGhi!" (lelecit.) rispondo: ho 30 MEGABYTE di traffico al MESE. Sapete quanti sono? Pochi. Due-tre pagine web da guardare -si pone il dilemma se scegliere repubblica o il corriere, la gazzetta l'ho già potata- e due tre mail ricevute/spedite per day. Il mio pensiero vola verso te, Borio, e perplesso mi chiedo: "cosa succederebbe se fastweb ti DAREBBE 30 mega di traffico al mese?" (semicit.)
Vorrei dirvi tanto altro, ma già ora sono troppe le cose di cui vorrei parlarvi. Ne scrivo qua una parte, consapevole che molte altre non si possono mettere in fila con una tastiera. Un'ultima cosa: nel giardino di casa ci sono due cani, tipo due pitbull con la crescita bloccata oppure due pitbull nani. Li ho drogati con i biscotti ai mirtilli, ora scraniano e non ne hanno mai abbastanza. Si chiamano Brando e Brenda, già da prima che arrivassi io.
A presto, presto.