
Tutte le case di Bloem, se si esclude qualche condominio stile Praga 5, hanno solo un piano: il piano terra. Sono quindi appartamenti. Generalmente, per quanto ho visto finora, sono moquettate e piene di finestre, fanno passare un casino di luce che *vorresti dormire fino a tardi ma non ci sono le tapparelle*. E infatti la sveglia è sempre alle 7, un orario a me sconosciuto, qualche rimembranza dell'infanzia liceale ma in quinta ero arrivato a svegliarmi alle 7.35 affinando ogni azione tipo Fantozzi. Dicevamo: ogni stanza è praticamente più una finestra che una stanza. Ciò permette al freddo polare che c'è di sta stagione di entrare ed insinuarsi in ogni intercapedine della casa. Il trauma è uscire dal letto: la casa non è riscaldata e il respiro fa le nuvolette. Ogni mercoledì un impresa di pulizie affiliata all'università pulisce le case degli studenti: dà lo straccio sui pavimenti, spolvera, lava i (nel nostro caso 3) piatti. Ci fosse stato un servizio del genere a Bologna... mi commuovo. Forse la vita in via Zannoni 1/3 sarebbe stata diversa.
Non ho tv, non ho lavatrice, non chiedetemi come farò il bucato ci devo ancora pensare (nel frattempo ho comprato detersivo e ammorbidente per avere biancheria sempre soft). In compenso possiedo un bollitore elettrico per l'acqua e il microwave. Ora, grazie alle stoviglie prestatemi dalla moglie del Van e dalla segretaria, posso cucinare la pasta: presto proverò quest'esperienza, ma dopo due anni di rigatoni al pomodoro durante il mio soggiorno bolognese non ho una gran fretta. Mi nutro con panini pseudo-sani e psudo-new age dal mio paninaro di fiducia, che è una lei e mi prepara storie strane con pane integrale e dentro non ho mica capito bene cosa c'è, ma sono ancora vivo quindi si può. Ieri verso le 18 (qua il pranzo è attorno alle 11.30 e la cena attorno alle 17.30) ho tradito la cucina psudo-sana e sono andato da Steers che è una catena che fa burger molto obesi, ma anche la mia fame era obesa. Il ragazzo al banco, parecchio somigliante a Drogba ma senza la Canalis mi fa "auariàmehen?" (traduzione per chi non capisce l'inglese sudafricano: how are you man?) io gli rispondo "rillicùl endià?" (really cool, and you?) e lui mi fa "oamsciurlebedardeniàmehen!" (oh I am surely better than you man!). Ciò mi ha fatto riflettere, e sono giunto alla conclusione che il falso Drogba era nel giusto. L'acqua qui non usa, se usa è frizzante, parecchio. Al supermercato ho comprato biscotti buonissimi, formaggio e una confezione di smoked bacon che non vi raccomando no no. Si bevono coche cole di ogni tipo, bibite gasate, succhi di frutta corretti non so con cosa, tè e caffelatte. Il caffè più corto che fanno al campus è di 20 cl, quello normale è da 33 cl (una lattina), quello grande se lo bevi tutto batti ogni record di caffeina ingurgitata ed entri nel guinness. Il caffè migliore lo fa Deli, locale sudafricano ma incrocio apparente tra cultura indiana e italiana. Costa 3 rand (30 eurocent). Detto questo, torniamo alla casa. La stanno finendo e quindi ci sono gli operai in giro nel giardino: la mia parte è completa ed è grande. In effetti sarebbe una casa da 5 (5 stanze singole), ma per ora siamo in 2, io e Jaak che è un tipo sudafricano a posto che studia geologia, mi ha raccontato storie pese sul campus che non è il caso di riportare qui e non ha mai visto una moka. Ho provveduto mostrandogli una foto, ma non è la stessa cosa che tenerla in mano, lo so. AHHHH... MOKA!!! (semicit. era: AHHHH... PRAGHI!!!). Oltre al suddetto Jaak con cui ho piacevoli conversazioni ci dovrebbe essere una ragazza, ma io non l'ho ancora incontrata. Chi vivrà vedrà. Comunque la mia casa è molto vicina al campus ed è tranquilla, ma tanto sono sempre in ufficio. Ah, se venite a trovarmi il posto c'è, se venite in 3 però uno deve dormire con Brando nella sua cuccia verde, o con Brenda che non riesce mai a prendere il cibo che gli lancio perchè Brando c'ha l'ignoranza addosso e la ridicolizza sempre negli scatti da fermo.
Ora il campus mi sembra meno ameno e mi riesco ad orientare. Molti studenti mi salutano anche se non ci conosciamo, la gente è gentile. Alle 4 non c'è già più nessuno in giro se non negli studentati o fuori sulle scale a fumare paglie. Alle 6 fa buio rapidamente, il cielo da blu che era diventa nero passando per varie tonalità di rosso. Poi c'è un tacito coprifuoco e la gente sparisce, vita notturna qua non ne ho vista (forse perchè era buio, muahahahahah) ma forse la primavera che presto arriverà porterà con sè pure quella. Bisogna-Stare-Attenti ripete tipo mantra il Van, e io direi che è meglio ascoltarlo. Praticamente ogni casa ha, su una parete esterna, un cartello in bella evidenza con segnalato il servizio di RISPOSTA ARMATA che protegge quella casa. Significa che se un ladro ci prova, arriva un servizio privato con qualche arma da fuoco bella carica e lo fa desistere dal suo insano proposito. In queste sere oltre a leggere libri e documenti per la tesi mi sto facendo una pera di giornali sudafricani per get into the culture e sto ascoltando un botto di dischi che ho lì da una vita e non ho mai avuto il tempo o la voglia di ascoltare. Speaker da 119 rand (12 euro) diffondono nell'aria gelida voci fragili, dischi ultrasonici o vecchi e muffosi. Alzate le orecchie in direzione Bloemfontein. Ogni tanto metto Bob Marley perchè piace agli operai e per un po' anche a me, poi dopo qualche *yea* di troppo mi stanco e metto Capossela. Sembrano gradire.
Le facce sono strane e diverse. I ragazzi e le ragazze più pallidi sembrano svedesi o danesi, a volte islandesi. Le ragazze pallide hanno occhi grandi chiari, spesso lentiggini e nasi da folletto, le orecchie però non sono a punta. Sono alte basse grasse e magre. Un po' di tutto. Le ragazze meno pallide ridono un sacco e sono simpatiche. In generale le ragazze sono belle. I ragazzi pallidi sembrano giocatori di rugby, forse perchè spesso SONO giocatori di rugby. Di norma la gioventù pallida è più timida e dà meno confidenza, ma non mi posso lamentare. Nel campus e in giro ho visto anche ragazzi giapponesi, indiani, nord africani e non so chi altro. Insomma, tutto il mondo è rappresentato, tranne la fascia di popolazione latino/hispanic (cit.) categoria nella quale a questo punto mi inserisco pur io.
Ieri sera c'era il cielo sgombro e tra gli alberi del giardino ho visto la Croce del Sud. Le stelle sono luminosissime. Ho pure fatto qualche foto, ma Jaak con la sua reflex digitale da 10 megapixel oscura la mia compatta da 6 megapixel. Questo weekend andremo a fare un po' di foto in giro, soprattutto dobbiamo fotografare il tramonto che qui a Bloem spacca anzichenò. Il compito mio e di Jaak per stasera è conoscere la ragazza che -forse- abita con noi e l'altra ragazza che ha la casa vicina alla nostra. Si chiama "regola del buon vicinato", e poi se ci manca lo zucchero o il caffè a chi possiamo chiederlo? Vi saluto. Qua dall'ufficio si sente il suono dell'upupa. In realtà non so che animale sia, ma qua è piuttosto normale sentire versi di pennuti.
A presto, presto.